SAN SABINO Vescovo e Martire
(Notizie dal libro di Cecarini Giuseppe, “Santi e Beati particolarmente venerati nell’arcidiocesi di Fermo”. Fermo 2014 p.41)

Venerato nell’Arcidiocesi di Fermo il sabato successivo al 15 agosto, festa della Beata Vergine Assunta in cielo.
E’ compatrono dell’arcidiocesi fermana.

San Savino fu vescovo di Spoleto e subì il martirio sotto Massimiano augusto perché esortava il popolo a non sacrificare agli dèi. Sottoposto a interrogatorio, fu invitato a inginocchiarsi dinanzi alla statua di Giove. Savino la prese e la frantumò gettandola a terra. Per questo gesto ebbe imputate le mani e fu gettato in prigione, ove continuò il suo ministero predicando alle persone che incontrava. Con le sue preghiere compì prodigi che accesero sempre più l’ira dell’imperatore, che lo fece decapitare nei pressi di Assisi. I cristiani recuperarono il suo corpo e lo seppellirono a circa due miglia da Spoleto. 
Nel 598 il papa Gregorio Magno dispose che il vescovo di Spoleto concedesse al vescovo di Fermo Passivo una reliquia del martire da porre nell’oratorio che doveva essere eretto in suo onore.

In seguito la preziosa reliquia, consistente nel cranio del santo, fu riposta in un reliquiario a forma di semibusto d’argento dorato e traslata nella chiesa cattedrale fermana, conservata nella nicchia sopra l’ultimo altare laterale della navata di sinistra (guardando l’altare). In occasione della Festa di San Sabino viene spostata la tela dipinta da Filippo Ricci nel 1790 raffigurante l’Immacolata Concezione ed i Santi Sabino e Fermo martire e il reliquiario conquista la scena. 

La tela viene scesa il giorno della Festa del Santo ed il busto rimane visibile ai fedeli e turisti per 9 giorni (fino alla domenica successiva)